È nato il primo gin “made in Langhe” in vendita da Harrods a Londra

News - author: titanus - posted: 25-03-2018

Arriva dalle Langhe il primo gin italiano in vendita da Harrods, il grande magazzino del lusso di Londra, da qualche giorno sugli scaffali con gli storici marchi inglesi. Si chiama Wolfrest ed è il sogno di una coppia di trentatreenni di Montelupo Albese - celebre finora per i suoi vini - che a dicembre ha prodotto le sue prime 990 bottiglie.

Lei, Valentina Barone, è una consulente in web marketing con la passione per il cibo; lui, Giovanni Alessandria, un enologo che si occupa di export. Ogni anno, fidanzati dai tempi del liceo e ora sposati, investono i loro risparmi in un viaggio che li ha portati ad assaggiare, degustare, scoprire. Lo scorso anno hanno lasciato le valige nell’armadio e deciso di mettersi alla prova. È nato così il gin del «riposo del lupo», che segue la migrazione degli esemplari italiani dal Centro fino al Nord: un viaggio che parte dall’Appennino umbro con le sue bacche di ginepro, passando per la Liguria e l’unica arancia che vi si coltiva, quella dolce di Pernambucco. Poi ci sono i fiori di sambuco e le nocciole tostate piemontesi, per approdare sulla collina di Montelupo con rosmarino, timo, alloro. Una formula che dona al gin rotondità e morbidezza per poterlo gustare anche liscio al contrario di molti colleghi illustri. Ma come in ogni storia che si rispetti non basta sognare in grande e lavorare con impegno. A volte anche il caso ci mette del suo. A una cena tra amici, i due hanno incontrato un dipendente di Harrods: dopo aver assaggiato il loro gin, quando ancora era solo un progetto, li ha spronati a presentarlo a Londra. Mesi dopo sono stati ricontattati e le loro bottiglie finite nella nuovissima sala dedicata a wine and spirits. Valentina e Giovanni hanno dovuto avviare una seconda produzione, appoggiandosi come per la prima a una distilleria piemontese. La loro forza: un prodotto 100% italiano e artigianale, così come grafica e packaging.

«Vogliamo raccontare il nostro territorio attraverso le botaniche che più amiamo e che meglio rappresentano Montelupo, con il suo microclima particolare grazie alle correnti marine della vicina Liguria. Per mesi abbiamo lavorato sulla ricetta cercando il giusto equilibrio. Se allora ci avessero raccontato tutto questo avremmo detto che era impossibile. Oggi abbiamo scoperto che l’impossibile non esiste».
(Fonte: www.lastampa.it)